IL VILLAGGIO ROMA

Il campo di prigionia 107

Nel corso del 1941 l’impegno bellico fa sentire i suoi effetti anche sulle strutture agricole ed industriali della SAICI – SNIA Viscosa di Torviscosa. Molti lavoratori sono chiamati alle armi e la loro sostituzione, soprattutto in agricoltura, si fa molto difficile. Per poter reperire il personale necessario per completare le sistemazioni agrarie e per la raccolta delle canne destinate ad alimentare la fabbrica di cellulosa, il Governo concede alla SNIA Viscosa di utilizzare i prigionieri di guerra. Tra la primavera e l’estate del 1942 l’azienda fa così costruire un campo di concentramento poco lontano da Torviscosa, a cui viene assegnato il numero 107. Tra settembre e ottobre il campo si riempie di un migliaio di soldati degli eserciti britannici catturati in Egitto: sono circa 650 neozelandesi e 350 sudafricani, che rimarrano qui fino all’8 settembre 1943. Dopo l’armistizio, molti di loro scappano e trovano un primo rifugio presso le famiglie locali, che in quella situazione danno prova di grande umanità e generosità. Per gli ex prigionieri rimasti nel campo in attesa dell’arrivo degli eserciti alleati, invece, non ci sarà scampo: il 30 settembre, i tedeschi, con l’aiuto della milizia fascista italiana, li radunano e li trasferiscono in Germania.

Altre informazioni sul campo 107

La trasformazione in villaggio operaio

Nel 1944 il campo diventa una valida soluzione per quelle famiglie che hanno perso la casa durante la guerra o che vivono in drammatiche situazioni di sovraffollamento. Le baracche vengono trasformate in semplici alloggi e all’inizio dell’estate la SAICI, che è l’effettiva proprietaria degli immobili, consente a una decina di famiglie di trasferirsi nella parte sud dell’ex PG 107. Nel mese di luglio le locazioni vengono regolarizzate con formali contratti d’affitto e di fornitura dell’energia elettrica.

Pur nella precarietà delle circostanze, il villaggio operaio assume velocemente una propria fisionomia e il 19 febbraio 1945 la direzione della SAICI ne certifica l’esistenza dandogli ufficialmente il nome di Villaggio Roma. Per rendere gli alloggi più igienici e confortevoli, la SAICI esegue a più riprese importanti interventi a seguito dei quali le baracche diventano dei discreti alloggi operai, per molti versi decisamente migliori di quanto il mercato immobiliare può in quel momento offrire alla maggior parte della massa lavoratrice.

Queste abitazioni vengono definitivamente abbattute nella seconda metà degli anni Settanta, per far posto ad una decina di villette unifamiliari e ad alcuni nuovi edifici di edilizia popolare. Oggi il Villaggio Roma è una delle località periferiche di Torviscosa. La sua storia è raccontata in una mostra permanente ospitata nell’edificio delle ex scuole elementari del paese.